“ognUNO è unico, NESSUNO deve essere discriminato, CENTOMILA diversità e tutte bellissime”

Si, abbiamo rubato il titolo a Pirandello. Colui che utilizza la metafora dell’identità umana come “maschera” che cambia a seconda delle diverse situazioni sociali e delle aspettative altrui. Come il protagonista del libro, anche gli adolescenti, ma non solo loro, spesso indossano maschere per cercare di essere “uguali”  invece di cercare la propria identità e mostrare la propria unicità. Ed è da qui che il nostro progetto di plesso prende forma, dalla volontà di seminare nelle menti dei nostri ragazzi e delle nostre ragazze la voglia di apprezzare la loro unicità, le loro diversità, ma anche di accogliere quelle degli altri. Per far capire loro che siamo tutti diversi, che ognuno ha dei punti di forza da mettere a disposizione della comunità, che facciamo parte tutti dello stesso insieme. 

Che la disabilità può essere un limite solo se il limite lo creiamo noi, laddove non ci sono degli strumenti equi di compensazione, come un “semplice” paio di occhiali. “Perché imparino a mettere in atto atteggiamenti consapevoli e responsabili nel rispetto di sé e degli altri; a riconoscere nella diversità un valore e una risorsa, attuando forme di solidarietà e di cooperazione; per partecipare attivamente alle decisioni comuni e al miglioramento del proprio contesto di vita” finalità del curricolo ICPM. 

A scuola abbiamo parlato con i nostri alunni e le nostre alunne di abilismo, cioè di quell'insieme di discriminazione, pregiudizi e stereotipi nei confronti delle persone con disabilità, spesso basati sull’idea che tutti dovrebbero avere un corpo e una mente "abili". L’intervento dell’associazione di calcetto inclusivo Dynamic club 2023 ha visto tutti i ragazzi e le ragazze della scuola coinvolti in una mattinata di giochi inclusivi presso il palazzetto dello sport di Martignacco. Questo ha permesso loro di capire il valore dello sport come mezzo di socializzazione e inclusione, aspetti fondamentali per il benessere psicofisico.

Le classi prime hanno poi verificato l’accessibilità del percorso da scuola a Piazza Vittorio Veneto assieme all’associazione di Martignacco “Io ci vado”. La ricerca di barriere architettoniche ha permesso loro un'ulteriore riflessione sulle difficoltà di movimento delle persone con disabilità fisiche.

A fine maggio le classi terze affronteranno nuovamente il tema dell’abilismo con il presidente dell’associazione “Io ci vado”, William Del Negro, per ceracare di riflettere assieme sulle disabilità non come una restrizione intriseca dell’individuo, ma piuttosto come risultato di una società modellata su standard specifici ed escludenti (ad esempio, quelli di persone bianche, abili, eterosessuali e cisgender), e, come tale, discriminanti.

Il gruppo sportivo di danza assieme al coro e al gruppo di teatro della scuola hanno organizzato due uscite, una alla scuola dell’infanzia di Nogaredo e l’altra alla residenza per anziani Zaffiro per renderli responsabili e sensibili  verso la famiglia,  gli amici, i compagni di studio e tutti coloro con cui si creano relazioni.

A conclusione del progetto, mercoledì 4 giugno, tutta la scuola secondaria di Martignacco correrà presso la pista di ciclismo dietro la scuola per sostenere l’associazione Dynamic Club 2023, la prima associazione in FVG che propone attività sportive inclusive. Perché il benessere non passa solo attraverso il fisico, ma anche attraverso la mente e la mente per stare bene ha bisogno di contatto e di relazioni, e lo sport, si sà, è una palestra di incontri e di scontri in campo e fuori, in panchina e in spogliatoio.

Con questo progetto speriamo di aver gettato un piccolo semino di empatia: invece di auspicare che centomila diversità 'imparino' a convivere in un mondo non progettato per loro, aspiriamo a creare una società più inclusiva, anche attraverso i nostri alunni e le nostre alunne, cittadini e cittadine del domani. Una società che accolga attivamente ogni unicità, eliminando le barriere sistemiche e le discriminazioni che rendono la diversità un ostacolo. Non si tratta di 'curare' le singole diversità, ma di guarire la società dal suo abilismo e da ogni forma di pregiudizio, costruendo insieme un ambiente in cui l'accoglienza e la ricerca reciproca siano la norma, liberi da maschere e discriminazioni.