La scuola per il cuore

Qualche tempo fa, noi classi terze (A, B, C, D, E) della scuola secondaria di Pagnacco abbiamo avuto il piacere di partecipare a una lezione teorica (tramite collegamento online) e ad una pratica (in presenza) riguardanti il progetto chiamato “La scuola per il cuore”, svolta dal dottor Lorenzo Di Giusto dell'associazione "Band of Rescue".

Ci è stato spiegato il modo in cui dovremmo reagire se ci trovassimo davanti a un caso di arresto cardiaco. Durante la lezione ci siamo serviti anche di manichini e altri strumenti per simulare la situazione. Nel corso della lezione pratica abbiamo anche capito come reagire nel caso ci trovassimo davanti a una persona che ha le vie aeree ostruite.

Abbiamo parlato del cuore che pompa il sangue per farlo arrivare ai polmoni, permettendoci quindi di respirare e che, se il sangue non arriva ai polmoni e quindi al cervello, perdiamo conoscenza; di conseguenza la vittima va in arresto cardiaco.

L’arresto cardiaco può causare la morte ed è per questo che è importante sapere come agire il più velocemente possibile. Si deve intervenire in pochissimi minuti, prima che il danno cerebrale diventi irreversibile: ci vogliono circa 5-6 minuti perchè ciò accada. Secondo una media, solo il 10% delle persone interviene, mentre circa il 70-75% non sa come intervenire o ha paura di farlo. 

Quali sono i segnali d’allarme?
- dolore al torace, alla mandibola, alla gola o allo stomaco;

- difficoltà a respirare o debolezza;

- nausea, sudorazione e perdita di coscienza.

Può accadere sia durante uno sforzo che a riposo, inoltre la maggior parte degli arresti cardiaci avviene in casa, dove passiamo solitmente la maggior parte del tempo.

Come agire?
- Assicurarsi che non ci siano altri pericoli: per esempio odore di fumo o gas;

- riconoscere il problema: capire se la vittima è cosciente e respira;

- in caso positivo: girare sul fianco e chiamare i soccorsi;

- in caso negativo: continuare con la procedura.

- se c'è qualcuno, a parte te, nel luogo in cui ti trovi, chiama aiuto, fai chiamare il 112 e manda a prendere il defibrillatore;

- eseguire le compressioni toraciche; 

- frequenza: almeno 100/minuto;

- bisogna effettuarle spingendo con le mani intrecciate in mezzo al torace (con una profondità di circa 5 cm);

- prendere il DAE (defibrillatore);

- accendere il DAE (esso analizzerà la situazione e ti guiderà, inoltre registrerá la situazione, elemento che può tornare utile ai medici);

- asciugare  il torace;

- collegare le piastre (nessuno deve essere vicino alla vittima);

- se la scarica andrà a buon fine, la vittima tornerà a respirare e riprenderà coscienza;

- se la scarica non andrà a buon fine, bisognerà riprendere con il massaggio cardiaco per 2 minuti, e poi far fare un’altra analisi al defibrillatore.

Per quanto riguarda il soffocamento, abbiamo, durante la lezione pratica, imparato come procedere in maniera corretta.

Se la persona tossisce molto forte, vuol dire che le sue vie respiratorie non sono completamente ostruite e che il suo organismo si sta già sbarazzando dall’elemento di disturbo. Se invece la carnagione della vittima inizia a diventare sempre più pallida e violacea e la persona non riesce a tossire e tende a portarsi le mani al collo, vuol dire che si sta soffocando, e che quindi, in questo caso, dovremo proseguire così:

- Posizionare il piede davanti a quello della persona, in modo da impedirle di cadere e inclinare leggermente il busto in avanti;

- battere circa 5 volte tra le scapole;

- proseguire con la manovra, unendo i due pugni intorno alla parte bassa del torace e spingere verso l’alto, così da far espellere l’elemento indesiderato alla vittima.

In conclusione le lezioni sono state interessanti e coinvolgenti,  abbiamo imparato ulteriormente a essere dei buoni cittadini conoscendo pratiche salvavita. Grazie alla scuola che ci ha dato questa opportunità!

Martina Gavini, classe 3^A (testo)

Cristina Mas, classe 3^A (illustrazione)