PIETRE D'INCIAMPO

29-04-2025  UDINE

Classi 3^A - 3^B A.S. 2025



Che cosa sono le pietre d’inciampo?

 

L'artista che ha dato vita alle pietre d'inciampo si chiama Gunter Demnig. Gunter è nato in Germania nel 1947 ed era già un artista affermato quando cominciò il suo lavoro per ricordare le vittime del nazismo e del fascismo in Europa.

Le pietre d’inciampo sono dei piccoli blocchi quadrati di pietra ricoperti di ottone.

 

La prima pietra d'inciampo ("Stolpersteine" in tedesco) fu posta nel 1992 a Colonia, in Germania, per ricordare la deportazione dei rom e dei sinti di quella città per mano dei nazisti. All'epoca Demnig non immaginava che quella piccola pietra d'ottone sarebbe stata la prima di altre decine di migliaia. 

Queste vengono poste da Gunter davanti alla porta delle case nelle quali vivevano le persone poi deportate nei campi di sterminio. Ebrei, omosessuali, rom e sinti, oppositori politici, Testimoni di Geova, disabili: tutte le vittime dello sterminio nazista sono ricordate nelle stolpersteine con nome e cognome, data di nascita, data e luogo di deportazione e quella della morte.

 

La nostra esperienza:

Partendo dalla galleria d’arte moderna abbiamo raggiunto Via Anton Lazzaro Moro dove abbiamo potuto osservare e ascoltare la storia di Giovanbattista Periz.     

Giovan Battista Periz (1898–1945), operaio metalmeccanico friulano, fu un attivo antifascista e tra i fondatori della Resistenza in Friuli. Arrestato più volte, dopo l’8 settembre 1943 guidò l’Intendenza partigiana con il nome di battaglia "Orio". Catturato e deportato a Mauthausen, dove morì nel marzo 1945. Ricevette la Medaglia d’Argento al Valor Militare alla memoria. 

Successivamente ci siamo diretti in Via Girardini 5 dove abbiamo osservato la pietra d’inciampo dedicata a Cecilia deganutti.

Cecilia Deganutti, nata a Udine nel 1914, fu un’insegnante e infermiera che durante la Seconda Guerra Mondiale aderì alla Resistenza friulana, entrando nella Brigata Osoppo come staffetta con il nome di battaglia "Giovanna d’Arco". Arrestata dalle SS il 6 gennaio 1945, venne torturata senza mai rivelare informazioni. Fu uccisa il 4 aprile 1945 nella Risiera di San Sabba a Trieste. Le è stata conferita la Medaglia d’Oro al Valor Militare alla memoria.

Il lavoro di Cecilia Deganutti è un invito a guardare il mondo con occhi diversi, a fermarsi e riflettere su ciò che spesso ci sfugge.  Riesce a trasformare la quotidianità in qualcosa di straordinario, facendoci sentire più vicini a noi stessi e agli altri. Le sue opere raccontano storie di emozioni e di vita, in modo che ogni dettaglio, anche il più piccolo, sembri parlare direttamente al cuore. Un lavoro che ci ricorda quanto sia importante ascoltare, osservare, e dare valore a ciò che sembra invisibile, l’amore e l’amicizia.

Il nostro percorso poi è continuato verso via Mercatovecchio 2 e in via Savorgnana 10 dove abbiamo raccontato la storia di Marco Bianchi e di Elio Morpurgo.

In seguito a ciò abbiamo raggiunto la pietra d’inciampo di Aniello Orrico in via Manin 3. 

Dopodichè abbiamo raggiunto l’ex questura di Udine ovvero l’attuale conservatorio musicale Tomadini, dove abbiamo potuto osservare la piccola pietra dedicata ai 9 agenti di polizia, catturati dalle SS naziste e successivamente uccisi nei vari campi di concentramento tra Mauthausen, Dachau e Buchenwald.

Ogni volta che si incontra una pietra d’inciampo, ci si sente come se qualcuno ti prendesse per mano e ti raccontasse la sua storia.                                                           Sono solo piccoli blocchi di ottone nel terreno, ma parlano di vite spezzate, di sogni interrotti troppo presto. Ti fanno fermare, abbassare lo sguardo, e sentire dentro  un nodo di tristezza e rispetto. Perché ricordare, in fondo, è il minimo che possiamo fare.

 

Alice Buiani e Margherita Fedrigo Perissutti.