Voci dalla trincea


Sabato 27 ottobre il signor Birri Marco dell’ANA di Pagnacco ha invitato gli alunni della secondaria ad assistere ad una rappresentazione storico-rievocativa della Grande Guerra, patrocinata dal Comune. È stata una serata ricca di molte suggestioni e diversi spunti di riflessione, all’insegna della lettura di cartoline dal fronte a cura del Gruppo “Fiamme verdi” e di canti della tradizione alpina con il coro “Picozza” di Carpacco.

Lo scorso anno alcuni nostri compagni di terza, insieme all’insegnante di tedesco, avevano affrontato il tema dei rifugiati di guerra “Kriegsflüchtlinge, gestern und heute”, prendendo in esame casi di ebrei in fuga dalla Germania nazista, di tedeschi in fuga dalle zone dell’est Europa con l’avanzata dell’armata rossa, di profughi friulani dopo Caporetto e di rifugiati oggi.

Sabato scorso anche noi, insieme a Frau Baraldi, abbiamo voluto riproporre in sintesi l’argomento della profuganza nell’ambito di questa serata di rievocazione.

È noto che tra le conseguenze più pesanti della battaglia di Caporetto vi è stata proprio l'odissea dei profughi civili, di cui noi ragazzi sapevamo davvero poco. Si è trattata purtroppo di una delle più grandi tragedie collettive che hanno interessato la popolazione durante la Grande Guerra e di cui si è parlato volutamente poco per molto tempo, per non offuscare il mito della vittoria.

Quello del 1917 è stato un esodo di massa, di cui anziani, bambini e donne sono stati i tristi protagonisti, attraverso vicende di violenze, stupri e di emarginazione.

Cento anni fa un profugo friulano scriveva “Non vediamo l’ora di tornare ad essere una popolazione. Siamo tutti esseri umani”.

Noi ragazzi abbiamo scoperto quindi che la Storia si ripete, seguendo spesso schemi analoghi e mettendo a nudo pregiudizi e paure nei confronti di chi viene 'da fuori', siano italiani d’altrove o stranieri in fuga. In fondo cambia poco. Passato e presente si intrecciano in questo nostro Paese, luogo di migrazioni, di convivenza tra culture diverse, di espulsioni o di accoglienza dei nuovi profughi.

Ci auguriamo di riuscire a riproporre l’intera riflessione nel corso dell’anno anche ai nostri compagni a scuola.

Caterina Calia, Diego Patrizio, Daniele Del Frate, Tommaso De Barba e Alessandro Roman

 

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