Gli altri... siamo noi


Il 26/3, insieme alle proff. Baraldi e Cagliuso, abbiamo visitato la mostra “Gli altri siamo noi” presso il Teatro “G. da Udine”. Nelle settimane scorse la prof.ssa Cagliuso (Referente per la prevenzione al bullismo e cyberbullismo nella nostra scuola) ha proposto questa iniziativa ai colleghi della Secondaria, che hanno organizzato, non solo nella nostra classe, attività che potessero aiutarci a sviluppare maggiore empatia nei nostri rapporti, per maturare stili relazionali positivi.

La mostra propone un percorso didattico che affronta temi come le apparenze, il pregiudizio, la discriminazione. Noi siamo stati i primi in Friuli nell’anno solare in corso a partecipare a queste attività proposte dalla Casa per la Pace di Milano e dal MoVI Friuli.

La diversità è un problema o una risorsa? Che differenza c’è tra fatti e opinioni? Come funzionano gli stereotipi? Che cos’è un capro espiatorio? Siamo vittime, prepotenti o pecoroni? Cosa significa indossare i panni degli altri?

Il titolo della mostra ci ha colpiti molto: vediamo le persone che ci stanno intorno come “altri”, ma anche noi possiamo essere considerati… gli altri. Siamo tutti uguali, ma ognuno è diverso e speciale: l’apparenza inganna! Prima di giudicare una persona dall’aspetto esteriore, dovremmo conoscerla.

La visita ci ha anche fatto riflettere sul nostro comportamento e sui nostri errori, su come poter rimediare a ciò che accade oggi tra di noi in classe, ma anche in Italia e nel mondo.

Il filo conduttore delle varie sezioni del percorso era la presa di coscienza di come spesso pregiudizi e discriminazioni ci portano fuori strada o ci inducono ad etichettare le persone secondo stereotipi o apparenze.

Della struttura della mostra abbiamo apprezzato molto l’interattività. Come visitatori, infatti, non abbiamo avuto un ruolo passivo da semplici osservatori, ma siamo stati coinvolti in esperimenti concreti. Tra le attività che ci hanno suscitato forti emozioni sceglieremmo quella dell’ago e del filo: ci veniva chiesto di infilare un filo nell’ago, indossando guanti pesanti che alteravano la sensibilità delle mani e occhiali che offuscavano fortemente la nostra vista, affinchè potessimo calarci per un attimo nei panni di persone disabili o con malattie degenerative.

Crediamo che questo sia solo un punto di partenza per ulteriori approfondimenti e riflessioni.

I ragazzi della classe 2^A