Damatrà ci racconta...


I bambini Giovanni e Paolo erano proprio diversi: il primo amava leggere, era piuttosto agitato a scuola, temeva il buio, mentre il secondo preferiva il calcio e lo sport, parlava tanto e non era per niente pauroso. Abitavano nello stesso quartiere di Palermo, ma divennero veri amici alla facoltà di Giurisprudenza. Forse Giovanni, quando vi si iscrisse, pensava con un sorriso a Zorro, l’eroe della sua infanzia, che aiutava tutti, difendendoli dai violenti e dai cattivi. Forse Paolo, nello stesso momento, ricordava con fastidio quando le maestre trattavano in modo differente i loro alunni, a seconda se erano ricchi o poveri. Nella sua testa era scolpita una frase che gli era sempre piaciuta: “La legge è uguale per tutti”. Sapere che Giovanni e Paolo furono bambini è un’ovvietà, ma sentirlo raccontare ci ha avvicinato ancora di più ai due notissimi magistrati Giovanni Falcone e Paolo Borsellino.

Già nei bambini c’è qualcosa di ciò che saranno da grandi? Questo è ciò che ci siamo chiesti oggi in classe, dopo l’intenso e ricco incontro con Damatrà. Il racconto della giovinezza dei giudici, l’educazione che un padre mafioso dà al proprio figlio, gli esempi concreti di cosa sia la mentalità mafiosa, una breve storia della mafia stessa ci hanno coinvolto molto.

Il comportamento criminale può essere dappertutto: anche qui, nella prevaricazione, nelle minacce, in quella che si chiama “legge del più forte”. Questa consapevolezza ci fa sentire la paura di non essere sicuri, ma ci spinge anche a chiederci: da che parte stiamo? Anche noi, proprio noi: quando vediamo una violenza, un’ingiustizia, sentiamo il senso di ribellione oppure facciamo finta di non vedere?

L'omertà impedisce di mettere a posto le cose.

Non tutti sono coraggiosi, non tutti sono capaci di difendere il bene comune. Questa è l’ultima considerazione con la quale oggi noi alunni ci siamo avviati, un po’ più consapevoli, verso casa.

E tu, da che parte stai?

Classe 1^C