Chi ha rubato il buio
Le classi terze della Scuola Secondaria hanno vissuto i giorni scorsi un interessante momento, ospitando il giornalista Alessandro Di Giusto, un habitué dalle nostre parti per aver già intrattenuto i ragazzi in altre occasioni. Stavolta però l’argomento trattato è stato l’Inquinamento luminoso. Nella vita spesso gli interessi che guidano le nostre strade sono legati al caso o alla biografia. Nascere in Ghana non è come nascere a New York. E da lì parte il suo ricordo di bambino che ammirava i cieli stellati dell’Africa, una delle grandi bellezze del creato. Tornato in Italia, i cieli erano decisamente diversi. Da questo spunto personale si sviluppa la prima parte dell’incontro dedicata ai problemi spesso sottovalutati dello spreco energetico. Un video dello scienziato ed astronauta Paolo Nespoli che mostra l’Europa vista da Nord rende l’idea del problema. Le immagini dell’Europa prese dal satellite sono molto chiare. Zoommando sull’Italia balza agli occhi l’enorme ammasso luminoso nelle zone del nord e della Pianura Padana: guardando le luci, l’Italia è uno dei Paese più industrializzati, le nostre piazze sono illuminata a giorno, come se si dovesse leggere il giornale di notte. Tutta la luce che sale verso l’alto è sprecata; nel nord dell’Europa invece si illuminano i marciapiedi. Gli italiani consumano il doppio di Sloveni, Austriaci e Tedeschi. Chiediamoci il perché. Illuminare le case all’esterno tutta la notte è perlomeno insensato perché i furti avvengono in altri momenti in cui i proprietari non sono in casa. Anche la sicurezza stradale non va di pari passo con l’illuminazione che spesso è pericolosa per chi guida perché induce a correre di più. Ecco perché la luce è ingannevole e dipende da come la si usa. Per fortuna si può illuminare anche senza inquinare e in molti casi i lampioni delle strade sono a norma. I led rappresentano la tecnologia del momento ma sono diventati la panacea: costano poco, consumano poco ma la loro luce irradiata è triplicata. Spesso sono pericolosi per la salute perché, soprattutto quelli a luce bianca, inquinano di più. Esiste una leggenda metropolitana secondo la quale fare più luce sia più sicuro ma spesso si finisce per Illuminare qualcosa che non serve. La luce si traduce in spreco. Ed il conto ambientale lo paghiamo tutti. La troppa luce ha anche degli effetti negativi sugli animali e sulle piante, dai disturbi della riproduzione all’alterazione del rapporto fra giorno e notte. Anche l’uomo fatica a riposare ed il suo sonno è disturbato. Abbiamo ridotto il nostro paese a colpi di lampione e ci hanno disabituati al buio. Per fortuna esistono le risorse matrice offerte dalla natura che sono fondamentali per ricaricare l’uomo: trascorrere una giornata in una foresta porta dei benefici immensi. Così come il silenzio, il buio, la notte. Non siamo più abituati a vivere senza il rumore, ne siamo assuefatti. Quanti romanzi, poemi e canzoni citano le stelle e la bellezza del creato! La notte fa parte della nostra essenza di uomini ed è preziosa. Eppure…
Le stelle, il cielo, le nebulose e la galassia sono invece i protagonisti della seconda parte dell’incontro: Di Giusto, dal suo osservatorio che è una casetta con un tetto scorrevole, si è specializzato per tanta passione in oggetti di cielo profondo e li osserva per lunghe ore, avendo la fortuna di non avere lampioni vicino. L’esposizione può durare anche dieci ore e molte servono anche per estrarre i dati. Il telescopio è guidato da un computer e le foto scattate da lui stesso hanno una resa incredibile grazie ad una sofisticata strumentazione che rende dei dettagli infinitesimali: Perseo, i Girini cosmici, la Soul nebula che ricorda un bambino nel grembo, la Nebulosa testa di cavallo, l’ Elephant trunck; ammassi cellulari e migliaia di stelle della Galassia in uno spazio in continuo divenire. E poi ancora le Pleiadi e la nebulosa M42 di Orione in uno scatto di solo qualche notte fa. Grande è stato l’interesse dei ragazzi nei due momenti complementari dell’incontro: troppa luce inquina e ci impedisce di ammirare i cieli trapuntati di stelle che sono da sempre fonte di ispirazione per l’uomo. Ritrovare quei silenzi immensi e perdersi nel buio della notte ci permetterebbe di ritrovare un po' quella dimensione umana e magica che abbiamo perso nei nostri scintillanti ed assordanti diluvi di luce artificiale. Ai ragazzi si chiede di diventare ambasciatori di buone pratiche e di buona vita. In un mese di dicembre i cui cieli sono i più belli dell’anno.
Prof. ssa Biancamaria Gonano