Bullismo e cyberbullismo: analisi del fenomeno e strategie d'intervento


Lunedì 6 maggio abbiamo avuto l’occasione di partecipare all’incontro formativo “Bullismo e cyberbullismo: analisi del fenomeno e strategie d’intervento”, presso il Palasport Carnera, in qualità di genitori accompagnatori di ragazzi di seconda.

Abbiamo apprezzato l’approccio ludico proposto dal dott. Ivano Zoppi, coordinatore generale dell’Osservatorio Internazionale sul Cyberbullismo e fondatore della “Fondazione Carolina”, che ha saputo, attraverso una serie di quiz sul tema dell’incontro e un linguaggio vicino ai giovani, catturare l’attenzione dei ragazzi presenti. Abbiamo ascoltato anche le testimonianze di alcuni ragazzi sulle loro esperienze personali.

Particolarmente toccante, però, è stato per noi genitori l’intervento del sig. Paolo Picchio, papà di Carolina, che a 14 anni si è tolta la vita perché vittima di cyberbullismo. Il sig. Picchio ha scelto di condividere con noi il dolore, la frustrazione, l’incredulità e forse anche il senso di colpa di un genitore che non è riuscito a comprendere fino in fondo la gravità di quanto stava accadendo alla figlia e quindi ad intervenire tempestivamente.

Ha scelto però anche di rivivere e far conoscere la tragedia che lo ha colpito ai ragazzi di tutta Italia, attraverso centinaia di incontri nelle scuole, nei palazzetti e nei loro luoghi di aggregazione, per renderli consapevoli delle enormi potenzialità (positive e negative) di cui dispongono attraverso l’uso della rete e in particolare dei social, e delle altrettanto enormi responsabilità che ne derivano, affinché non ci siano più altri drammi come quello capitato a sua figlia.

Ci sentiamo chiamati dunque a riflettere e ad agire come genitori, perché la famiglia è la prima agenzia educativa a cui devono attingere e fare riferimento i nostri ragazzi. Non possiamo noi per primi sottovalutare o sminuire quanto sta accadendo, dobbiamo intervenire facendo comprendere ai nostri figli le pesanti responsabilità delle loro scelte e dei loro gesti, a volte compiuti con troppa leggerezza o incoscienza. E allo stesso tempo dobbiamo tenere gli occhi ben aperti, prestare attenzione ai segnali che i ragazzi ci trasmettono, imparare a riconoscere e ad accogliere le loro richieste di aiuto, che la maggior parte delle volte non sono così esplicite. Non dobbiamo limitarci ad accudire i nostri figli o a provvedere alle loro necessità materiali, ma essere in primis EDUCATORI.

Ringraziamo infine gli insegnanti (in particolare le professoresse Cagliuso, Gonano e Bitonto, presenti lunedì per accompagnare i ragazzi), per la sensibilità dimostrata e l’impegno profuso per il bene dei nostri figli.

I genitori